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sabato 20 dicembre 2014

«Finanza etica», connubio vincente

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Non esiste una definizione univoca di finanza etica. In generale con tale termine vengono individuati due distinte applicazioni degli strumenti finanziari:
  1. la microfinanza (soprattutto il microcredito) rivolta alle fasce di popolazione più deboli così come attuata dalle Banche dei poveri nei paesi del Terzo mondo e, in anni recenti, anche in quelli ricchi
  2. l'investimento etico, cioè la gestione dei flussi finanziari raccolti con strumenti quali i fondi comuniper sostenere organizzazioni che lavorano nel campo dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura e della cooperazione internazionale.
Quando la finanza etica persegue specificatamente e razionalmente lo sviluppo sostenibile, ovvero persegue un programma "etico" di investimenti che tenga conto - in via prevalente - delle future generazioni, allora essa si definisce anche finanza sostenibile.
Da un punto di vista generale, così riassume Jacopo Schettini Gherardini
« Quando nel mondo del credito si parla di “finanza etica”, generalmente si assiste all’esposizione del seguente concetto: se il denaro è utilizzato per finanziare attività “sociali”, il suo uso è “etico”. Ovviamente si presume che in caso contrario non lo sia, o lo sia meno. Dietro questa concezione c’è sicuramente una sfumatura ideologica che antepone l’“etica del capitalismo” (in sostanza il profitto) a un’altra “etica”: il denaro per qualcos’altro (un’ideologia, una religione, un’opinione ecc.). La ragione,comprensibilmente, risiede nell’attitudine di una parte del mondo imprenditoriale a interpretare il capitalismo come una corsa selvaggia al denaro, dimenticando purtroppo che i valori sui quali si fonda sono anche altri. Da qui la comprensibile reazione, che pone l’accento sulla “finalità” nell’uso del denaro quale elemento discriminante per giudicare l’“eticità” dell’investitore e dell’investimento. »
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Crisi economica, scandali che negli ultimi mesi hanno coinvolto tutte le maggiori banche internazionali e una perdita di fiducia nei prodotti di investimento derivati. Per questi e altri motivi, gli investitori retail sono da alcuni mesi in cerca di nuovi modalità di investimento, che riducano il profilo di rischio e permettano di portare a casa ritorni che, seppur moderati, non siano influenzati dagli scandali che hanno colpito negli ultimi mesi i mercati finanziari. In questo scenario, non stupiscono troppo dunque i dati presentati oggi dalla società di gestione specializzata Ecclesiastical Investment Management, Il Sole 24 Ore - leggi su
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-10-15/finanza-etica-investitore-dice-203729.shtml



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